Quali sono le modalità più efficaci per il trattamento dei DSA?
Vediamo ora le modalità che la ricerca e la pratica di molti anni ha dimostrato ottimali sopratutto per il trattamento della dislessia, ma anche per gli altri DSA.
Se consideriamo una terapia, non solo psicologica ma anche non “psi” come la fisioterapia, pensiamo alla classica seduta settimanale. Più o meno, perché poi ci possono essere eccezioni per chi abita lontano dal terapeuta, e quindi le sedute possono essere più distanziate.Per il trattamento della dislessia questo non è vero: il bambino/a deve esercitarsi con sedute brevi, ma frequenti.
Non serve a nulla fare una seduta di due ore una volta la settimana, perché il bambino dimentica.
E’ un po’ come imparare uno strumento musicale o allenarsi in palestra. Una volta alla settimana non serve granché.
I bambini con DSA tendono ad essere carenti in materia di memoria ed attenzione.
La ricerca ha dimostrato che l’ideale sono sedute brevi più volte alla settimana. E’ chiaro però che le famiglie non possono andare tutti i giorni dal terapista; come fare?
La soluzione è insegnare ai genitori quali esercizi far eseguire al bambino per il trattamento dei DSA a casa.
Il terapista coordinerà il lavoro via via.
In questo modo il terapista potrà effettuare una sola seduta settimanale, mentre i genitori controlleranno che il bambino esegua gli esercizi almeno tre volte alla settimana oltre alla seduta, per una mezzora.
In questo modo possiamo avere il seguente schema:
- Seduta dal terapeuta: una volta alla settimana per almeno un’ora
- Giorni pari, o giorni dispari della settimana: mezz’ora di esercizi
In altri casi, quando è importante lavorare anche sulle “emozioni” del bambino, come l’autostima e la motivazione (lavoro molto importante!) possono essere opportune due sedute settimanali dal terapeuta.
Non lo dirò mai abbastanza: non sovraccaricate di compiti ed esercizi i bambini con difficoltà di apprendimento!
La scuola ha delle richieste spesso già pesanti, ed i bambini tornano a casa stanchi.
L’ideale sarebbe una collaborazione con la scuola stessa, non sempre realizzabile, per “mirare” l’intervento.
E per i bambini con più disturbi DSA in “comorbilità”?
Ad esempio è frequentissimo che il bambino dislessico sia anche severamente disortografico.
Meno frequentemente il dislessico è anche ADHD (deficit d’attenzione e iperattività).
Altre volte, ma più di rado, il dislessico è anche disgrafico, o discalculico.
Come lavorare in questi casi?
Vince sempre la dislessia!
E’ da lì che bisogna partire, perché da una lettura sufficiente possono partire tutti gli altri apprendimenti.
L’esperienza clinica ha dimostrato che è poco utile dare esercizi contemporaneamente per dislessia e disortografia, ma occorre per 3 o 4 mesi occuparsi solo della dislessia, e poi, dopo un piccolo miglioramento, passare alla disortografia.
Anche perché una buona lettura è un’ottima premessa per una corretta ortografia.
Più si legge bene, meno si fanno errori ortografici.
L’esperienza ha mostrato che dopo 3 o 4 mesi è bene fare una pausa di un paio di settimane.
Del resto, la scuola è congegnata così. Ci sono le vacanze di Natale e la pausa di Pasqua a distanza proprio di tre o quattro mesi di distanza.
Non è consigliato far lavorare il bambino in quei periodi. Non servirebbe a molto.
Accanto al trattamento della dislessia, bisogna sempre prevedere gli strumenti compensativi.
Non è realistico pensare che un bambino dislessico migliori significativamente in breve tempo. Occorre quindi, come ben suggerisce il valente collega Gianluca Lo Presti, sdoppiare il percorso. Da una parte avviare il potenziamento, dall’altra fornire gli strumenti compensativi. Alcuni strumenti, come le mappe concettuali, sono utili a tutti, quindi non hanno mai controindicazioni anche per gli altri bambini.
Sono a disposizione per ogni dubbio.